Riabilitazione e fisioterapia nello sport per la prevenzione e cura di infortuni


La fisioterapia e i percorsi riabilitativi sono sempre più importanti per trattare diverse tipologie di traumi e/o patologie, ma ancora più importante è il ruolo che la fisioterapia e i trattamenti ad essa legati ricoprono per lo sportivo/atleta.

Qualsiasi sia il livello e la disciplina che si pratichi, la routine dello sportivo medio è caratterizzata da allenamenti costanti, competizioni, gare e/o partite.

Tutto questo, aumenta la probabilità, per lo sportivo, di incorrere in lesioni o traumi di diverso genere. Per questo nell'infortunio che coinvolge lo sportivo, è sempre più importante che, alle moderne tecniche chirurgiche, si affianchi un percorso fisioterapico specifico.

Nel seguente articolo vogliamo dunque parlare dell'importanza della fisioterapia in ambito sportivo, principalmente approfondiremo:
- il ruolo dello sport nella società attuale;
- i diversi tipi di traumi a cui con frequenza è soggetto l’atleta;
- le patologie più frequenti nelle specifiche discipline sportive;
- chi è e cosa fa il fisioterapista sportivo;
- il ruolo della fisioterapia nello sport come prevenzione e cura di infortuni.

L’importanza dello sport

Nella società attuale lo sport ha assunto un significato diverso rispetto a quello che aveva fino a qualche anno fa. Oggi infatti, ricopre un ruolo fondamentale nella vita di numerose persone sia per quanto riguarda coloro che si dedicano alla disciplina sportiva a livello amatoriale che a livello agonistico.

Attualmente, le persone collegano allo sport l’idea di uno stile di vita salutare e non a caso è sempre più frequente l’inizio di percorsi che conciliano ad una buona alimentazione anche la pratica di un’attività sportiva. Con il tempo si è compreso che l’organismo umano non è nato per l’inattività ma, al contrario, per il movimento costante che porta al miglioramento della qualità della vita.

Oggi, con il diffondersi dello sport nella nostra società si è evoluto al tempo stesso il concetto di atleta e di sportivo. Infatti, quando si fa riferimento all’atleta non si intende più solo colui che pratica sport a livello agonistico e compete per vincere un premio, ad oggi l’atleta è anche colui che fa dello sport uno stile di vita per raggiungere il proprio benessere fisico e, specifichiamo, anche psicologico.

Nonostante lo sport sia sinonimo di benessere e salute e ad oggi più che mai è luogo comune associarlo a chi conduce una vita sana ed equilibrata, è importante specificare che, proprio lo sport è anche causa di infortuni e spesso gravi lesioni o fratture. Da alcuni dati Istat del 2017, che avevano preso come periodo di riferimento il 2015, era emerso che parallelamente al diffondersi dell'attività sportiva, anche tra i non professionisti, si era notato un incremento degli infortuni. Naturalmente, l'aumento di infortuni causati dallo sport ha costretto un gran numero di persone a sottoporsi a percorsi fisioterapici per risolvere il problema.

Alla luce di quanto appena detto è possibile affermare che lo sport è allo stesso tempo portatore di grandi benefici ma anche di altrettanti svantaggi come danni motori che possono in alcuni casi essere permanenti e quindi particolarmente gravosi per l’individuo. Nonostante ciò, una ricerca Istat più recente rispetto a quella sopracitata, del 2021, ha mostrato che nel 2020 almeno il 36,6% degli italiani ha praticato almeno uno sport e che il 27,1% lo ha fatto in maniera costante e continuativa. I sedentari, invece, sono il 35,2%. Insomma, lo sport, è sempre più praticato dagli italiani.

In questo scenario la fisioterapia sportiva ha un triplice ruolo, ovvero quello di prevenzione, di cura e di riabilitazione ma di questo ne parleremo in maniera approfondita nell’ultimo paragrafo di questo articolo.

I diversi tipi di traumi dello sportivo

Lo sportivo/atleta può incorrere in diversi tipi di traumi, andiamoli di seguito ad approfondire.

Le lesioni muscolari dovute all'attività sportiva possono essere divise in:
lesioni acute;
lesioni subacute;
lesioni croniche.

Le lesioni acute si verificano nel momento immediatamente successivo al trauma e possono essere suddivise in lesioni acute da trauma diretto ovvero dovute dall’impatto del muscolo con l’agente esterno e le lesioni acute da trauma indiretto ovvero il trauma che si genera dalle forze svolte dall’atleta durante l’attività sportiva. I traumi diretti ovviamente possono essere più frequenti in alcuni sport piuttosto che in altri, come ad esempio nell’hockey o nel calcio, questi infatti sono sport di squadra i quali prevedono che in un perimetro circoscritto ci siano più individui che si muovono a grandi velocità e in cui il rischio di uno scontro è molto elevato. Le lesioni conseguenti a un trauma di questo tipo possono provocare contusioni o nel caso in cui il muscolo è in tensione, e quindi più vulnerabile, delle vere e proprie lacerazioni. In realtà possono esserci anche altre cause scatenanti una lesione acuta da trauma diretto come condizioni intrinseche del muscolo che lo rendono fragile e vulnerabile, oppure fattori esterni come l’ambiente in cui ci si allena se ad esempio si è al caldo o al freddo. Le lesioni muscolari acute da trauma indiretto sono il risultato, come detto poc'anzi, di alcune azioni dell'atleta come ad esempio l’ampiezza di un gesto, l’atterraggio sbagliato dopo un salto e così via.

La seconda categoria di lesioni sono le subacute, queste possono verificarsi nel caso di un sovraccarico funzionale, da un uso eccessivo di un gruppo di muscoli, da un protocollo di allenamento errato o non idoneo al singolo individuo. Tra le lesioni subacute troviamo i DOMS, che in realtà non sono delle vere e proprio lesioni ma dei disturbi muscolari. I DOMS sono dolori muscolari che si verificano a distanza di tempo dall’attività sportiva svolta dall’atleta oppure nei soggetti che si allenano dopo un periodo prolungato di inattività.

La terza categoria di lesioni sono le croniche, come dice il nome stesso per croniche si intendono tutte quelle malattie o patologie che non prevedono la possibilità di guarire. Infatti, questa categoria di lesioni sono il risultato di tre possibili condizioni. La prima possibilità è che queste siano dipese da un’evoluzione delle lesioni acute e/o subacute. La seconda opzione è che queste possano essere dipese da un trauma reiterato nel tempo, infine, la terza condizione che potrebbe portare a lesioni croniche è l’alterazione del processo di guarigione della lesione muscolare acuta.

Nel prossimo paragrafo andiamo a vedere nel dettaglio le patologie più frequenti nelle quali è possibile incorrere in base ai diversi tipi di sport praticati.

Gli sport e le patologie correlate

Sono numerose le discipline sportive e le conseguenti patologie correlate, trattarle tutte sarebbe altamente improbabile, per questo abbiamo deciso di parlare solo degli sport e dei traumi più comuni. In questo paragrafo faremo specifico riferimento al calcio, attività sportiva conosciuta in tutto il mondo e frequentemente praticata in Italia, successivamente passeremo al nuoto e infine al tennis.

Iniziamo a parlare proprio del calcio, sorvoleremo quelle che sono le regole di gioco, non funzionali per parlare delle patologie o meglio delle lesioni o traumi nei quali può incorrere il calciatore sia che esso giochi a livello amatoriale sia che giochi a livello professionistico. Solitamente, le zone più colpite e frequentemente soggette a traumi sono gli arti inferiori, principalmente il ginocchio. Infatti, si sente spesso parlare di lesione del legamento crociato anteriore, questo tipo di trauma è probabilmente il più temuto, soprattutto dai professionisti, perché implica un intervento chirurgico e un percorso riabilitativo post operatorio corposo. Ovviamente, per chi gioca a calcio a livelli importanti stare lontano dal campo per molto tempo è altamente invalidante soprattutto per la paura di non riuscire a recuperare pienamente le potenzialità del ginocchio e di conseguenza le qualità calcistiche. Seppure con meno frequenza, anche la caviglia può essere soggetta a distorsioni e traumi di diverso tipo.

Il nuoto a differenza del calcio, presenta stili differenti come ad esempio il dorso, il delfino, la rana e così via, ovviamente in base allo stile praticato i traumi possono verificarsi in zone differenti. Solitamente le spalle sono quelle più soggette a lesioni in questo sport, addirittura è uso comune utilizzare il termine “spalla del nuotatore” per indicare la frequenza con cui questo trauma si presenta nei soggetti che praticano questo sport. La spalla del nuotatore è particolarmente affaticata e per questo è importante iniziare un percorso di fisioterapia volto alla prevenzione del trauma o alla sua cura.

Il tennis, come accennavamo all’inizio del paragrafo, è un altro sport che prevede traumi in zone differenti rispetto alle due discipline sportive già citate. Se nel caso del nuoto si parla di spalla del nuotatore, nel tennis si sente spesso parlare di “gomito del tennista”, con questo termine si intende un’infiammazione dei muscoli che interessano l’avambraccio. L’infiammazione, che può essere più o meno grave, è causata da traumi ripetuti nel tempo. Anche in questo caso, come per il nuotatore e il calciatore, è fondamentale iniziare un percorso fisioterapico volto a prevenire il trauma. Invece, nei casi in cui l'infiammazione sia già in atto, l’atleta si sottopone nella maggior parte dei casi a un intervento e ad un successivo percorso fisioterapico volto alla riabilitazione.

Nel prossimo paragrafo andiamo ad approfondire chi è e cosa fa il fisioterapista sportivo e cosa lo differenzia dal fisioterapista.

Chi è e cosa fa il fisioterapista sportivo?

Di chi è e cosa fa il fisioterapista ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, quello che in questo paragrafo ci interessa sapere è approfondire il ruolo del fisioterapista sportivo.

Negli ultimi anni questa branca della fisioterapia ha preso piede trovando un crescente riscontro. La fisioterapia sportiva si occupa nello specifico della prevenzione, la cura e riabilitazione degli infortuni sportivi. La crescente richiesta di questa specifica figura probabilmente è una diretta conseguenza dello scenario presentato dall’Istat di cui abbiamo riportato poc'anzi alcuni dati che hanno mostrato come l’incremento dell’attività sportiva abbia portato al conseguente incremento di infortuni e quindi alla necessità di rivolgersi ad una figura specializzata.

Ma qual è la sostanziale differenza tra il fisioterapista e il fisioterapista sportivo? Sicuramente il protocollo riabilitativo o di prevenzione che viene proposto al paziente. Infatti, nel caso di un atleta il percorso riabilitativo punterà ad un recupero funzionale per permettere allo sportivo di tornare a svolgere la disciplina praticata ma soprattutto prevederà un percorso più concentrato in termini di quantità. Al contrario l’iter pensato per un paziente che non pratica nessuno sport e che non ha bisogno di recuperare in tempi rapidi e circoscritti le proprie funzionalità, sarà sicuramente più lento, meno concentrato e adatto alle potenzialità fisiche del paziente sicuramente diverse da quelle dell’atleta.

Possiamo dunque dire che la figura specializzata del fisioterapista sportivo è più indicata per andare al passo con i tempi ridotti di ripresa di cui ha bisogno lo sportivo.

La fisioterapia sportiva come prevenzione e cura

È importante specificare che la fisioterapia non ha l’unica e la sola funzione riabilitativa, soprattutto nel contesto sportivo. Un errore comune, è quello di approcciare alla fisioterapia solo nel caso in cui ci si è sottoposti ad un intervento chirurgico o dopo aver subito un trauma. Fondamentale è invece ribadire che la fisioterapia si occupa anche di prevenzione e cura.

Ricordiamo che “prevenire è meglio che curare”, soprattutto in ambito sportivo, dove gli atleti hanno necessità diverse rispetto a chi non pratica alcuna disciplina sportiva. Un esempio concreto è quello del tennista che, come detto precedentemente, sottopone ad uno sforzo costante la zona dell’avambraccio con l’alta probabilità che possa incorrere nella patologia sopra descritta, il gomito del tennista. In questo caso il tennista che si allena costantemente o che gareggia a livelli professionistici potrebbe ridurre il rischio di incorrere in infortuni iniziando con il fisioterapista sportivo un percorso di prevenzione.

Ma cosa si intende quando parliamo del triplice ruolo della fisioterapia sportiva? Vediamolo di seguito nel dettaglio.

La fisioterapia è prevenzione sia in soggetti sani che in soggetti con patologia. Nei soggetti sani ha lo scopo di rilevare disfunzioni che potrebbero portare ad overuse-overload del sistema neuromuscoloscheletrico con la possibilità di incorrere in ulteriori disfunzioni durante l’attività sportiva. Nei soggetti con patologie il fisioterapista sportivo valuta il rischio di peggioramento della patologia e la possibilità di poter continuare la disciplina sportiva o meno.

La fisioterapia è cura perché attraverso l’utilizzo di strumenti non chirurgici o terapie farmacologiche modifica disfunzioni come il dolore, l’instabilità articolare e simili causati dall’attività sportiva.

Infine la fisioterapia è riabilitazione perché permette, lì dove possibile, di recuperare le capacità perse.

Insomma la fisioterapia sportiva ricopre oggi più che mai un ruolo fondamentale per chi pratica sport a livello amatoriale ma soprattutto, professionistico.

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